Non mi era mai accaduto, in tutta la mia vita, di provare nello stesso istante due sentimenti così contrastanti per quanto accaduto a Caterina Cerroni e a Elisabetta Lancellotta. Non un ossimoro ma un’antitesi, una dicotomia manichea: da una parte il bianco, dall’altra il nero, senza alcuna gradazioni di grigi. In meno di ventiquattr’ore, Elisabetta Lancellotta si è trovata catapultata dalla soddisfazione dei voti ricevuti, tanti, alla gioia del cambiamento di vita, al dover riprogrammare la sua esistenza per partecipare a una delle legislature più importanti della storia d’Italia. Rappresenterà il Molise in Parlamento, andrà a Roma da deputata. È accaduto contemporaneamente che Caterina Cerroni, dopo aver immaginato per sé ciò che Elisabetta Lancellotta vivrà nei prossimi anni, dopo aver brindato per la sua elezione, dopo aver rilasciato interviste in cui annunciava ciò che avrebbe voluto fare a Roma… dopo tutto ciò, si è vista retrocessa al ruolo di chi deve rimanere soddisfatto dei voti ricevuti ma senza più proiettarsi nel futuro come parlamentare. Conosco Elisabetta Lancellotta per alcuni incontri in occasione di eventi culturali regionali e, poi, perché a Isernia ci conosciamo tutti… sempre vivacissima, intelligente ed effervescente la sua conversazione. L’ultima, da Yammoo, qualche giorno prima della presentazione delle candidature. Anche lì, tante informazioni in pochissimi minuti, tante cose da dire, progetti da realizzare, impegni e orari da coordinare… Come si fa a non essere felici per la sua elezione? Una donna di 43 anni che ci rappresenta a Roma… Mi sembra davvero una cosa da festeggiare! Non conosco Caterina Cerroni ma sapere che anche il centrosinistra era riuscito a eleggere un suo candidato mi aveva procurato piacere. Una donna di 31 anni che mi rappresentava a Roma… finalmente un giovane, finalmente una giovane donna… La cosa che più mi ha rattristato, davvero una sensazione angosciante, somatizzata come se fossi io a vivere quella delusione… è stata immaginare questa ragazza, così impegnata all’interno del suo partito, nel momento in cui ha ricevuto la notizia del riconteggio dei voti, nel momento in cui ha dovuto eliminare dalla sua immaginazione tutti i progetti che aveva già proiettato nella realtà dei suoi anni a venire. Sono davvero dispiaciuto. E, se potessi convincere il Viminale, farei in modo che Caterina partisse per Roma con Elisabetta, che fossero insieme nel Parlamento Italiano. A costo di sacrificare Cesa o Lotito. Mi sento davvero felice per l’elezione di Elisabetta Lancellotta, ma non posso non addolorarmi per la delusione che sta vivendo Caterina Cerroni. Perché di delusione si tratta, anche se sarà costretta, per forza di cose, a dire che “non fa niente, non è la posizione personale che conta in politica ecc. ecc. ecc.” Ecco… eviterei queste cose… come avrei evitato la conferenza stampa con quelle frasi stucchevoli e di circostanza… “vittoria del lavoro di squadra, solo così si vince, bellissimo lavorare insieme per il Molise…” e tutte quelle cose là che ho sentito dopo l’annuncio frettoloso della sua elezione. Quando ho sentito quelle cose ho immaginato subito un “Leva Bis” e l’avrei scritto alla Cerroni, il giorno del suo insediamento a Roma… le avrei chiesto di non sottopormi alla stessa delusione provata per l’esperienza in Parlamento e in Consiglio regionale di un giovane la cui elezione a segretario provinciale dei DS di Isernia, finalmente un giovane, avevo sottolineato positivamente, a suo tempo, scrivendolo su un giornale di destra. Ecco… eviterei la falsità. Lo sa, Caterina, che per questa falsità quasi un molisano su due non è andato a votare? Né per lei né per Elisabetta… nonostante i vostri curricula, la vostra età e il vostro genere? Ed è un peccato. Io devo dirle la verità, come l’ho detta continuamente a Danilo Leva: io non l’ho mai vista accanto a Emilio Izzo, Andrea Di Paolo, Celeste Caranci, Lucio Pastore o Franco Valente… - Dimentico sicuramente altri… e me ne scuso – Ognuna di queste cinque persone è portatrice sana di contenuti e valori di sinistra. Non era il caso di stare accanto a loro quando hanno lottato per la pessima gestione del Covid (ricorda i morti per mancanza di ossigeno al Cardarelli?)? Quando hanno lottato per la dignità del pronto soccorso di Isernia? Per i morti sul lavoro (il Molise è al terzo posto)? Per la costruzione di strade inutili? Per la salvezza dei siti archeologici che potrebbero risollevare l’economia del Molise (conosce la storia della gestione di San Vincenzo?) Lei pensa che sia meglio occuparsi della politica di Enrico Letta? O di quella di Facciolla e Fanelli? Spero di no. Non ne sono sicuro ma provo a dire che se il Pd fosse stato accanto alle iniziative di questi cinque uomini di sinistra ci sarebbe stato qualche astenuto in meno. Forse, persino, qualche Cesa e Lotito in meno. Ora, Caterina, lei si attiverà per le regionali. Dedichi un po’ di tempo all’incontro e all’ascolto di chi da tempo, gratis, fa attività di sinistra, fa “opposizione”, quella vera, non quella blanda e inconsistente che Letta ha annunciato pochi giorni fa. Lo sa che dopo la denuncia politica, una opposizione vera, nel caso di illegalità, passa responsabilmente alla denuncia giudiziaria? I comunicati stampa non bastano più per salvare i molisani dalla povertà e dalla disorganizzazione sanitaria. Incontri quelle cinque persone e glielo spiegheranno. Fanelli e Facciolla non lo sanno. E nemmeno viene spiegato in quelle riunioni romane di partito che somigliano sempre di più a un ibrido tra le assemblee sessantottine e gli incontri di motivazione aziendale, una cosa a metà tra Nanni Moretti e Silvio Berlusconi. Lei è giovane, Caterina, Alla fine di questa legislatura avrà 36 anni e tutta una vita davanti per rappresentare il Molise a Roma e, perché no, a Bruxelles. Ma riporti i molisani alle urne, “dica qualcosa di sinistra”. Metta in atto qualcosa che sia diverso da ciò che hanno fatto Toma, Iorio, Patriciello… Faccia in modo che Facciolla e Fanelli non ci presentino ad aprile un Frattura Bis da votare a scatola chiusa. Mi creda, sono davvero dispiaciuto per quanto sta provando in questo momento ma sono sicuro, per ciò che leggo nel suo curriculum e per la purezza che le dona la sua età, che sarà capace di dare un contributo importante alla costruzione di una sinistra vera in Molise. Finora non c’è stata e ce n’è bisogno. Allo stesso modo, sono sicuro che Elisabetta Lancellotta vorrà tener conto di quei contenuti e di quei valori trascurati dalla sinistra molisana. Perché quei settori della vita dei cittadini – salute, lavoro e cultura – non sono riferimenti importanti solo per la sinistra. Da deputata avrà modo di intervenire su ciò che accade in regione, sulla scelta dei candidati da presentare ad aprile, sulla ricostruzione di un sistema ospedaliero dignitoso e sulla definizione di un’idea concreta di sviluppo che finora, come l’opposizione, il Molise non ha mai conosciuto. Felice per Elisabetta. Davvero addolorato per Caterina. Fiducioso per il lavoro che queste due donne faranno. Io credo nei giovani. |
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