Lucio Battista

18 agosto 2011

www.sessanodelmolise.eu


La diffida di Giovancarmine Mancini
La risposta del commissario prefettizio
Botta e risposta tra Mancini e Ferri

 

Un altro giovane muore di tumore a Sessano
di Giovanni Petta

È appena finito il III Memorial Riccardo Fico, torneo calcistico dedicato al giovane sessanese morto di tumore a 22 anni, che subito ne muore un altro. Lucio, 26 anni anche lui, si spegne e prolunga la lista dei tanti sessanesi che continuano ad ammalarsi e morire da anni a causa del cancro.

Una infinità di articoli sono stati pubblicati dai giornali locali sul tema dell’inquinamento e del numero spropositato di giovani sessanesi che si ammalano di tumore. Ma da parte delle istituzioni mai nessuna risposta, se non in occasione di una lettera del consigliere provinciale Giovancarmine Mancini al Commissario Prefettizio che da tempo sostituisce i rappresentanti del popolo nell’amministrazione del paese. In quel caso il legato del Prefetto rispose che a Sessano non c’è alcun elemento per poter parlare di inquinamento e ciò fu dichiarato basandosi sul buon senso istituzionale, che normalmente un rappresentante dello Stato deve avere, ma senza alcuna argomentazione o dato scientifico.

Non essendoci alcuna possibilità di avere dati relativi al fenomeno, provammo qualche mese fa – in collaborazione con l’associazione Riccardo Fico (www.associazione-riccardofico.it) – a raccogliere i dati relativi alle cause della morte dei sessanesi. Nei cinque anni considerati, dei 92 sessanesi morti 27 erano malati di tumore. La percentuale (29,35%) era di poco superiore al 29,2% che l’Istat indica per le morti in Italia del 2002. Ciò significa che in un paese lontano dalle metropoli industriali, a 800 metri sul livello del mare, si muore di tumore come in qualsiasi altra parte del Paese. Nonostante la pubblicazione di questi dati, niente da allora si è mosso se non in termini di aumento di quella lunga lista del dolore che ha ormai toccato ogni famiglia del piccolo centro altomolisano. Nessun assessore regionale all’ambiente o alla sanità, nessun presidente di Provincia o assessore provinciale, nessun sindaco e nessuna amministrazione comunale hanno mai voluto provare a capire cosa accade in questo piccolo territorio.

In una regione priva di registro dei tumori è davvero difficile rendersi conto delle anomalie prodotte dagli insediamenti industriali. In una regione in cui l’Arpa risponde sempre che “è tutto a posto” nonostante la diossina denunciata dalle mamme di Venafro, nonostante le morti sospette a ridosso della zona industriale di Termoli e nonostante i miasmi di mercaptani respirati da oltre trent’anni dai sessanesi (persino in occasione dei festeggiamenti appena conclusi del patrono San Donato), nonostante i torrenti di colorazione innaturale più volte denunciati, i corsi d’acqua schiumosi che stimolarono anni fa la costituzione di un comitato civico, in una regione in cui avviene tutto questo è davvero difficile spiegare alla piccola comunità sessanese il perché di tanto dolore, di tanta sofferenza subita.

Ma, probabilmente - anche se operazione immaginata priva di ogni scientificità da funzionari e scienziati locali - è giunto il momento di un’analisi approfondita delle acque e di un’analisi approfondita dell’aria. Ciò andrebbe fatto per dimostrare ai sessanesi che anche loro fanno parte di uno Stato e che lo Stato esiste; oppure per rasserenarli qualora ogni indagine risultasse negativa. Quelle analisi andrebbero fatte anche solo per rispetto di Lucio, Riccardo, Tiziana, Giovanni, Poselli, Tonino, Guido, Peppino…

 

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