Mattina dinverno, il freddo è
così forte che con la sua
sottile lama mi taglia il cuore.
La neve che si è posata mi arriva alle ginocchia; con un carico
che mi pesa sulle spalle, cammino nella neve.
Tutti passano facendo
finta che io non ci sia; se cado
mi rialzo, mantenendo
la calma, che si scioglie in me come neve.
Oppresso dal fardello, picchio alla porta della vita,
che mi ha girato le spalle insieme
a tutti quelli che dicevano di essermi accanto.
Ma, forse, ho picchiato di nuovo,
per illudermi ancora.
Lei mi apre, mi guarda, mi conosce.
Dice che forse è il momento di ricominciare.
Decide di togliere dalle mie spalle quel pesante fardello.
Io corro libero nel nulla, pieno di luce,
in un mondo che non esiste,
almeno per i materialisti,
ma dove tutti coloro che sono liberi come me
corrono, corrono sempre.