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Chiara Marchelli - Yo-bro diaries number 14

La pagina degli autori effervescenti delle passate edizioni

Cari amici,

quando il tuo primo giorno a New York fai colazione con una fragrantissima bagel calda affogata nel burro e capiti nello stesso ascensore con Leelee Sobieski, puoi dire di essere a metà dell'opera. Ma andiamo con ordine.

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Il viaggio è andato bene. Alla dogana non mi hanno chiesto quanto tempo fossi stata via (San Pietro tiene conto di questo genere di bugie?) e quindi non ho passato la notte nella stanza dei reietti insieme a indiani, messicani, arabi e tom hanks, il bagaglio è arrivato, intero, pesante e subito, l'appartamento dell'amico che mi ospita finché è via è come sempre bellissimo. Fuori fa un freddo maligno, ma a me che mi importa? Il riscaldamento funziona (per chi non ricordasse, l'anno scorso la situazione era meno ridanciana).

Dunque dunque... Ho iniziato l'università. Insegno a due gruppi di ragazzi svegli e bravi, alcuni mi piacciono già molto e viaggiamo a vele spiegate, ma dopo l'ENAIP*, come avevo previsto, è quasi troppo facile.

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Ho iniziato anche la ricerca della casa per il post-21 febbraio**, cioè quando il mio generosissimo amico rientrerà in città. Al momento ho contattato la donna che si era offerta di ospitarmi in cambio di lezioni di italiano e questo è in quattro parole il profilo generale della signora: ricca, fotografa, vedova di mezza età che fa tristezza in Italia ma qui è molto crepuscolare, piuttosto sciroccata, assai confusa per quel che riguarda la mia persona. Siamo passate dal "mezz'ora di lezione al giorno" al "potresti ordinare con cura la spazzatura fuori di casa e farmi da segretaria" con una flessione all'interno del discorso che ha spaziato da un suo viaggio in pulmino dall'Italia alla Russia ai suoi anni spensierati nel Bel Paese con il marito, un commerciante d'arte morto qualche anno fa in circostanze su cui ho avuto la reticenza di non indagare. Ah, la vie. Sta di fatto che l'idea di avermi lì agita parecchio la signora e di conseguenza anche me. Ho quindi ricominciato la ricerca e non dispero: per come la vita va se mi fido, qualcosa salterà fuori al momento del bisogno.

Procedo anche con le traduzioni. Al momento sto traducendo i sottotitoli per una tavola rotonda su "Star Trek VIII: Primo Contatto". Se quando l'avete visto vi siete addormentati come è successo a me con Il Signore degli Anelli, chiedete pure: so tutto.

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La RAI, invece, resta ancora un progetto sospeso nell'aere. Parlerò con i producer la settimana prossima e vediamo: ne sento un po' di tutti i colori, su questa cosa, e visto che non sono più un virgulto con spiccate tendenze all'autodistruzione, dovrò fare attenzione a che questa esperienza (da incastrare acrobaticamente nel poco tempo libero rimanente) mi apporti del vantaggio anche pecuniario e non metta in discussione la mia autostima. Il decennio rovinoso che va dai venti ai trent'anni è passato, grazie al cielo, e non ne sono uscita indenne. Figuriamoci quindi se mi metto a fare caffè e fotocopie a vanvera con una laurea in lingue orientali in tasca, epperbacco! (Talvolta mi dimentico di alcune delle mie scelte più insensate. lingue orientali?!)
Ma anche su questo vi terrò informati.

Quanto al resto, quanto alla New York-New York che tutti amiamo, è sempre lei. Il bello di questo giro di giostra è che me la sento mia, non ho la smania di andare a vedere se le cose sono rimaste così o (più probabile) quanto siano cambiate, né mi ci sento sola e sperduta. È più, come dire, un rapporto alla pari, lei gigantesca e super-interessante, io piccoletta e super-interessante (eh eh eh), lei che offre sbraga aspetta pretende grida ninna, io che ogni volta che ci cammino me la godo, troppa com'è, a piccoli morsi. Sto raccogliendo a me le energie rimaste un po' per strada (è un lungo viaggio, amici) e sto preparando questa nuova giornata. Una alla volta, che tanto di più non sono nemmeno buona.

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L'alba pochi minuti fa è stata magnifica, con un sole rosso grande pieno di fuoco a levarsi da Brooklyn, fuori fa freddo, i clacson di qualche taxi iniziano già a strombazzare, il caffè fa schifo... santo cielo, amici, sono a New York!

Vi abbraccio tutti,

Sugar T.

*L'ENAIP è una sorta di istituto di contenimento per potenziali delinquenti sito a Reggio Emilia. Alla fine mi sono affezionata a quei ragazzi in modo quasi commovente ma oh, boy. mi hanno spremuta come un'arancia.

**C'è il post Y-2K e c'è il post-21F. A ognuno il suo.