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TURZO PER IL BENE COMUNE DI GENNAIO 2015

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L'AMORE E LA DIGESTIONE IN MOLISE

DICEMBRE 2014

I Di Pietro se sono andati dall’Italia dei Valori. È come a un Natale senza l’asinello. Come se l'asino decidesse di scapparsene dal presepe, lasciando soli il bue e la sacra famiglia.

Nello stesso periodo, dal presepe di Ruzzone se n’è andato persino un re magio perché dice che non gli davano un posto dentro alla fondazione. Che Ruzzone non capisce la differenza tra un funnaco, una fondazione e le fondazioni. Non sa che cosa deve immaginare più in basso del livello della casa.

Intanto Bregantini stava per diventare cardinale mentre Picciano spiegava che per sfuggire alle minacce ha appicciato la sirena della macchina. Se non teneva la minaccia non l'appiciava. Ma non serviva la miccia per appicciare? Non lo sapevo che mo si appiccia con la minaccia. Mah!

Il figlio di Ruzzone, l’altra sera, ha fatto la stessa cosa: gli scappavano appresso due di Ururi che non avevano gradito che lui alluccava contro la squadra di pallone e allora lui ha messo la sirena sull’Apecar ed è riuscito a passare al semaforo di Campomarino senza rispettare il rosso. Quelli di Ururi, invece, quando hanno visto il rosso si sono ricordati che tanto tempo fa esisteva pure il partito comunista e hanno svoltato a sinistra. Poi si sono messi a cantare Guccini e si sono scordati della partita di pallone e del figlio di Ruzzone.

Alla televisione seria del terzo canale abbiamo visto la storia d'amore della giornalista e del magistrato. A me e Ruzzone, quando arriva Natale, ci piacciono assai le storie d'amore. Perché viviamo in Molise e perché abbiamo vissuto all'Argentina. Là, quando tenevi il cuore ammalato te ne andavi a ballare il tango. Qua, quando ti si ammala il cuore, devi solo sperare di conoscere qualcuno che ti fa entrare a cardiologia senza fare la prenotazione. È tutta un'altra cosa.

Insomma abbiamo visto la giornalista amica nostra che ha parlato di amore alla rete nazionale e finalmente pure in Molise è arrivato l'amore. Che finora abbiamo solo parlato di Democrazia Cristiana, Termoli-San Vittore, Zuccherificio, Ittierre, Neuromed, diecimila euro ai consiglieri regionali e via cantando. Mai avevamo pensato che pure in Molise uno si potesse innamorare e fregarsene se quello che si vuole tenere abbracciato fa l'avvocato o il giornalista, il pensionato o il giudice, il macellaio o l'idraulico. Ogni volta che abbiamo sentito parlare d'amore, in Molise, subito il discorso si è spostato su quale ristorante bisognava prenotare sulla Bifernina o sulla Trignina o a Venafro o a Termoli, e poi quale vestito ti dovevi andare a prendere da Fabian che se no parlava il padre di quello che si era sposato tre mesi prima e le scarpe che usavi per il matrimonio di tua figlia era meglio che te le mettevi dentro all'armadio che se ti scappavano i piedi nel giro di tre o quattro anni tua moglie evitava un'altra spesa.

Insomma, finalmente, alla televisione nazionale della Gabanelli, la nostra amica Manuela – che ci invita sempre quando fa le dirette elettorali - ci ha fatto capire che uno quando si innamora se ne deve fottere di Iorio, di Patriciello, di Frattura, del consiglio regionale. Ci ha fatto capire che l'amore è una cosa rara e che quando senti che ti avvampa è meglio che ringrazi gesucristo che chi sa quanto ti può ricapitare. E la cosa più importante è che ci ha fatto capire è che tutto ciò si può fare anche in Molise, che persino alla Cantina Iammacone può succedere il miracolo. Non perché abbiamo bisogno di fottercene di Iorio e Frattura. Che quello già lo facciamo. È che un po' d'amore farebbe bene pure a noi.

Ma mentre dicevo queste cose, Ruzzone già ruttava, con un rumore come a quando tiri lo scarico del cesso di un treno, e l'aria della cantina sapeva di Jagermeister e aria di gennaio, di tricchetracche e crepatura di speranza. Insomma, la solita tragedia di sempre. Il solito Molise di sempre.

  


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"Chi pensa male non sbaglia. Chi pensa bene campa" (Rossano Turzo)