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L’INCONTRO TRA IORIO E PATRICIELLO
PER IL BENE COMUNE DI OTTOBRE 2015

Verso la fine del mese di settembre Michele Iorio ha incontrato Aldo Patriciello. La cosa ha subito fatto notizia perché i due non si vedevano una freca tempo. E quando due così si incontrano, chi sta dall’altra parte si mette un poco paura.

Quello che si sono detti non lo sa nessuno. Manco la zengara. Non si sa che si sono detti e quindi nemmeno io ve lo posso dire.
Vi posso raccontare però quello che ci siamo detti io e Ruzzone quando ci siamo incontrati dopo due anni che non ci parlavamo perché lui diceva che io non lo avevo sostenuto quando si era candidato a presidente del circolo Pescaccia che è una specie di succursale della cantina Iammacone.

Era successo che mi ero ammalato e non avevo fatto campagna elettorale per lui. Così quando c’erano state le elezioni non ero andato neanche a votare e aveva vinto Paolo Lussazione che prima stava con noi e poi si era messo con la lista di Roberto Malva e Danilo Metti.
Paolo Lussazione aveva fatto più o meno le stesse cose che avevamo fatto noi quando stavamo nel direttivo dell’associazione di pesca sportiva solo che quando ci stavamo noi ci stavano pure i pesci. Le trote stavano sia nel Trigno che nel Biferno. I gamberi li potevi acchiappare con le mani e le cene una veniva e una andava.

Povero Paolo Lussazione si era trovato a fare le stesse cose che facevamo noi ma le cene, quando qualche pesce veniva pescato, erano per pochi intimi e i pescatori cominciavano a lamentarsi che non acchiapavano più.
Così io e Ruzzone, dopo due anni che non ci guardavamo in faccia, decidemmo di incontrarci per il bene nostro e per il bene dei pescatori.
Iammacone chiuse la cantina per il nostro incontro. Fu una cosa storica. Ci lasciarono da soli con una cascia di Peroni a nostra disposizione e la musica dei Dragoni del Molise che arrivava da sotto alla finestra come a una cosa di sottofondo in lontananza.

Ruzzone entrò e mi disse: “Hai visto in mano a chi hai lasciato l’associazione?”
Risposi: “Guarda che è colpa tua se non hai vinto le elezioni. Io mi pensavo che tu le potevi vincere anche senza di me”
- “Hai sbagliato – disse -. Qua non appena ti giri ti fanno le scarpe”
Intanto aprimmo la prima mezzabbirra.
Ruzzone se la croccò a trombetta e mi chiese:
- “E mo?”
- “E mo ci tocca che dobbiamo rimetterci insieme, se no i pochi pesci che ci rimangono se li pigliano loro”
- “E come? E quando?”
- “Appena ci sta l’occasione. Intanto con i pesci che sono rimasti questi possono fare solo fetecchie. Poi quando tocca a noi, meniamo due trote e due barbi alla sorgente così tutti pescano e vedrai che l’associazione ce la ripigliamo noi”
- “E non ci sta nessuno di nuovo che vuole fare il presidente? Non ci stavano quelli che pescavano con il grillo invece che con il bigattino?”
- “Se meniamo un poco di pesci dentro al fiume ricominciano a pescare tutti quanti: quelli con il verme, quelli con il bigattino e se qualcosa acchiappano pure quelli che mettono il grillo vicino all’amo come esca, mangiano un poco pure loro. Non ti preoccupare”.
E così fu.

Quando ci furono le elezioni, Ruzzone fu eletto presidente, io fui mandato a rappresentare l’associazione alla FEPC (Federazione Europea della Pesca con la Canna) e quelli che pescavano con il grillo fecero la minoranza.
Paolo Lussazione, Roberto Malva e Danilo Metti se ne andarono a Termoli a pescare le triglie che per pescare al mare non ci serve manco la licenza.

Mo quello che è successo all’incontro tra Iorio e Patriciello non lo so. Ma fra me e Ruzzone andò così.


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