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LA POSIZIONE DEL MISSIONARIO E QUELLA DEL SINDACO

PER IL BENE COMUNE DI MAGGIO 2016

Il mese scorso al Molise è venuto il presidente della Repubblica.

Per l’occasione, il presidente della Provincia di Campobasso, che non dice una parola da quasi un anno e mezzo si è fatta rivenire la voce e voleva parlare.

Ma il Cerimoniale ha detto che i presidenti della Provincia non dovevano parlare.
E così il presidente della provincia di Campobasso si è incazzato perché teneva una cosa bella da dire e non è andato a sentire quello che voleva dire Mattarella.

Sempre per la stessa occasione i sindaci del Molise si volevano mettere la fascia come quando vanno alla processione del santo patrono.
Ma il Cerimoniale ha detto che non se la dovevano mettere. E qualcheduno che teneva una panonta sulla giacca e pensava di poterla coprire con la fascia tricolore è rimasto fregato.

Però il Cerimoniale, proprio per evitare di metterli troppo vicino al presidente della Repubblica, ha detto che i sindaci si dovevano mettere in fondo alla sala e là si dovevano stare.

E così i sindaci si sono incazzati pure loro e quelli di Vinchiaturo e di Petrella se sono andati. Loro dicono per protesta perché non gli piaceva la posizione. Secondo Ruzzone, invece, se ne sono andati perché già sapevano le cose che doveva dire Mattarella.
Il presidente, infatti, ha detto:
•    il Paese è più ricco con le differenze;
•    sono qui per esprimere la vicinanza del Paese a questa regione;
•    sono lieto di essere qui per l’inaugurazione del centro delle aree interne;
•    le istituzioni nazionali sono vicine a quelle che affrontano i problemi sul territorio.

Insomma, secondo Ruzzone i sindaci hanno avuto ragione perché spendere pure i soldi alla lavanderia per levare la panonta al vestito, che senza la fascia si vedeva, per sentire queste cose che persino Ruta e Leva le dicono al cenone di San Silvestro da Bobo ogni 31 di dicembre, non era proprio il caso.

Inoltre, se proprio uno vuole trovare il pelo dentro al bicchiere di birra, a Tonino Ginz - che è ragioniere e sa come far uscire i soldi da dentro al mistero senza far addonare niente alla Finanza - gli ha fatto caporivolgere lo stomaco il discorso che “Il Paese è più ricco con le differenze”.
Tonino si era sempre imparato che uno si arricchisce se fa l’addizione e no la differenza. Ma se ora lo dice il presidente della Repubblica, mi sa che dobbiamo rivedere la matematica. E pure Tonino mi sa che mo, da vecchio, si mette a studiare i nummeri.

Alla Cantina Iammacone, intanto, nessuno si è incazzato per il fatto che Mattarella non è venuto a salutarci. Anzi, se veniva ci metteva in difficoltà. Dovevamo nascondere le cascette sguite di birra, dovevamo levare le seggie più malridotte e, soprattutto, per almeno un pomeriggio dovevamo sospendere la passatella.

E se poi il Cerimoniale ci faceva levare pure a noi le fasce, stavamo tutti con la uallera appesa per tutta la giornata.
E, alla fine, se Mattarella veniva pure qua a dire che “le istituzioni nazionali sono vicine a quelle che affrontano i problemi sul territorio” o che stava qua “per esprimere la vicinanza del Paese a questa regione” sicuramente Ruzzone non si sarebbe stato zitto.
“Preside’ – avrebbe detto -, scusate, pure Giacomino Pellecchia si assetta sempre vicino vicino a me quando facciamo la passatella. Ma poi mi fa sempre a ulmo”.




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